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Valli e Nebbie edizione 2019, si parte!

Ferrara – avrà luogo il 29/30/31 Marzo l’edizione 2019 di una delle manifestazioni storiche più belle che la città Estense abbia mai ospitato. Si parte da piazza Castello, una location stupenda in cui auto di ogni epoca si mostreranno davanti alla mastodontica facciata est della fortezza Estense. Saranno presenti piloti da ogni parte d’Italia ma anche d’Europa; automobili dal valore storico immenso ma anche economicamente irraggiungibili.

Quest’anno si festeggia la trentesima edizione di questa manifestazione storica che prevede una partenza mozza fiato nella piazza Castello e poi una guida fra percorsi suggestivi nel territorio ferrarese.
Il programma che il club Officina Ferrarese, importante associazione che raduna i più grandi collezionisti e amatori di auto storiche della città e provincia, ha creato per quest’anno rende davvero onore al territorio ferrarese.

Storia Valli e Nebbie

Voglio riportare dalla pagina ufficiale sul sito di Officina Ferrarese una piccola parte della storia di questa stupenda manifestazione:

Nel 1990 l’allora presidente del club Giulio Felloni ebbe l’intuizione di creare una manifestazione legata all’automobilismo storico, alla conoscenza del nostro territorio, della nostra gastronomia e della cultura. Nacque così il “VALLI E NEBBIE“, la cui formula, inalterata, continua a mietere successi e consensi, tanto da arrivare nel 2019 alla sua 30a edizione.
Di particolare rilievo quella del 2009 in occasione del “ventennale” della manifestazione, a cui sono stati dedicati ampi resoconti da parte delle riviste specializzate nazionali.
L’ A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano), a cui è federato il nostro Club, ha da diversi anni istituito un premio – la “Manovella d’Oro” – che conferisce annualmente alle migliori manifestazioni tra quelle svoltesi a livello nazionale. Il premio viene attribuito a seguito di una selezione operata dalla apposita Commissione Nazionale Manifestazioni Auto dell’A.S.I. e viene consegnato durante la riunione annuale dei presidenti dei club federati A.S.I.
All’Officina Ferrarese è stata attribuita la “Manovella d’Oro” per ben dieci anni. Particolarmente significativa, per sottolineare il valore di questo riconoscimento, è la motivazione espressa in occasione della consegna del premio per l’anno 2001:
VALLI e NEBBIE – OFFICINA FERRARESE DEL MOTORISMO STORICO FERRARA
“Interpretazione praticamente perfetta di come dovrebbero essere le manifestazioni dell’Automotoclub Storico Italiano, un parco vetture sempre inedito, grande eleganza generale e signorilità nell’ospitalità. Ma soprattutto un’occasione tra le più felici per ritrovarsi e condividere la propria passione con amici sinceri.”
Da sempre il Valli e Nebbie apre la stagione dei grandi Eventi ASI.
L’abbinare il piacere di guidare il proprio mezzo storico a quello di poter visitare luoghi ricchi di storia e di cultura è lo spirito che anima gli organizzatori ferraresi del Valli e Nebbie sin dalla sua nascita.

testo liberamente tratto (e corretto degli errori) da:
http://www.officinaferrarese.com/index.php?option=com_content&view=article&id=15&Itemid=145

Auto storiche presenti

Valli e Nebbie 2019 automobili ed iscritti.
Valli e Nebbie, largo Castello foto repertorio 2018

Sono oltre 90 le auto iscritte a questa prestigiosa manifestazione, ognuna con un equipaggio composto da un conduttore ed un navigatore.
Le automobili iscritte portano nomi importanti, che hanno fatto la storia, e che rappresentano un’epoca che ha reso grande la nostra civiltà in fatto di evoluzione tecnologica.
Tanto per citarne alcune questo ultimo week end di Marzo potremmo vedere alla Valli e Nebbie auto del calibro di: Bugatti, Ferrari, Maserati, Porsche, Jaguar, Alfa Romeo e molte altre.
Auto storiche che rappresentano un lasso di tempo che va dagli anni ’20 fino agli anni ’80.

Programma Valli e Nebbie 2019

Valli e Nebbie 2019 automobili

La partenza del raduno è fissata per Sabato 30 Marzo alle ore 9:00, sempre da piazza Castello. Poi seguirà il seguente percorso:

Sabato 30 Marzo

  • ore 9,30 Masi Torello – Piazza Municipio – Controllo timbro
  • ore 9,45 Parasacco – prove cronometrate
  • ore 10,00 Migliarino – Piazza Repubblica – controllo timbro
  • ore 10,15 Comacchio – sfilata centro storico
  • ore 10,30 Porto Garibaldi – sosta colazione da “Quelli di Flip”
  • ore 10,45 Porto Garibaldi Lungomare – prove cronometrate
  • ore 11,00 Spiaggia Romea – prove cronometrate e percorso naturalistico pineta
  • ore 13,00 Mesola (FE) – Castello : pranzo a base di pesce.
  • ore 16,15 Tenuta Zenzalino – percorso naturalistico
  • ore 16,30 Copparo – prove cronometrate
  • ore 16,45 Copparo Aliper – controllo timbro
  • ore 17,00 Ferrara – Piazza Castello: parco chiuso.
  • ore 20,15 Ferrara – Castello Estense: cena di gala.

Domenica 31 Marzo

  • ore 9,30 Ferrara – Piazza Castello: partenza 1° vettura
  • ore 10,00 Bondeno – Museo della Bonifica Pilastresi e colazione
  • ore 11,00 Bondeno – Prove cronometrate
  • ore 11,30 Ferrara – Piazza Trento e Trieste – sfilata e concorso di eleganza in movimento
  • ore 13,00 Ferrara Teatro Claudio Abbado pranzo e premiazioni

Link utili Valli e Nebbie 2019

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Carnevale a Comacchio 2016

Appuntamento da non perdere quello del Carnevale che ogni anno accomuna grandi e piccini in un’unica festa in giro per le strade di Comacchio. Le maschere, i dolci, le bancarelle sono le cose che da sempre associo al Carnevale.

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Ricetta Risotto con la zucca

Siamo in autunno, stagione della zucca ferrarese, quindi non possiamo farci mancare un bel risotto con questa fantastica verdura.

Ingredienti per 2 persone:

  • 140 grammi di Riso Carnaroli del Delta;
  • 200 grammi di zucca già cotta;
  • Parmigiano Reggiano q.b.;
  • 1 costa di sedano;
  • 1 carota;
  • 1 patata;
  • Cipolla q.b.;
  • Olio q.b.

Preparazione:

Prendiamo un tegame bello capiente e prepariamo il brodo vegetale con cui andremo a cuocere il riso. Mettete a bollire per qualche minuto la carota (prima lavata e pelata), il sedano (prima lavato e senza le foglie) e la patata (prima lavata e pelata). Dopo che l’acqua inizia a prendere colore spegniamo il fuoco.

Tagliamo una mezza cipolla a cubetti, poi prendiamo una padella ci versiamo l’olio e la cipolla. Quando la cipolla inizia ad essere dorata buttiamo il riso e lo facciamo dorare ed iniziamo a cuocerlo versando il brodo vegetale nel riso a mano a mano che serve utilizzando un mestolo alla volta.

Teniamo sempre d’occhio lo stato di cottura del riso assaggiandolo di tanto in tanto. Una volta che ci accorgiamo che mancano pochi minuti aggiungiamo la parte interna della zucca cotta e mescoliamo fino a far diventare un composto omogeneo.

Serviamolo su un piatto magari con qualche pezzo di zucca per guarnirlo.

Buon appetito!!

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Ricetta della Mariconda o Paparuccia

Una cucina povera quella di una volta, che doveva recuperare tutto il possibile ed eliminare gli sprechi. Così nasce la Mariconda o Paparuccia, un sapore tradizionale che qualsiasi ferrarese ricorda sopratutto se ha avuto la fortuna di conoscere i propri nonni o bisnonni!

Ringrazio per questa delizia cuoco Ugo della Piadineria Nonna Papera di Mirabello!

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I volti del Palio di Copparo

Tradizione antichissima quella del Palio che va a rivisitare, in costume, una battuta di caccia ai tempi di Ercole II d’Este. I costumi e la tradizione sono i principi del Palio che ti porta indietro nel tempo e ti fa rivivere un piccolo viaggio nel passato.

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Tortelloni con ricotta e ortiche

La ricetta che vi proponiamo oggi è davvero gustosa in quanto delicata come abbinamento e adatta ad ogni tipo di sugo: TORTELLONI CON RICOTTA E ORTICHE.

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Visita al Mulino del Po

Fino agli anni 40, ormeggiati sulle rive del Po si potevano vedere i mulini fluviali. Proprio come il San Michele e il Paneperso descritti da Bacchelli nel “Mulino del Po”, queste piattaforme galleggianti sfruttavano le correnti del fiume per macinare grano e mais. Nel Po se ne contavano 266 (questo secondo il registro della Commissione della Navigazione Interna nella Valle del Po), poi pian piano furono dismessi e sparirono.

Leggere il romanzo di Bacchelli ci permette di mantenere viva la memoria dei tempi che furono, ma alle volte la lettura non è sufficiente, soprattutto quando abbiamo la possibilità di immergerci totalmente nell’ambiente raccontato e di visitare la ricostruzione di un antico mulino galleggiante. Questo è possibile partecipando ad una delle escursione in barca (e bici) che ci portano nel comune di Ro. L’antico borgo, da sempre dedito alla produzione di cereali, sorge sulla sponda destra del Po. Ed è qui che è stato ricreato il “Mulino del Po”, per celebrare la memoria del luogo e per dare nuovo impulso alla vocazione turistica del territorio.

Realizzato secondo le tecniche costruttive e con i materiali di allora, il mulino è perfettamente funzionante e ospita il Museo del Pane. Proprio durante la visita al museo si potrà vedere la grande ruota in funzione, dedita a macinare il grano coltivato nel territorio. E la visita non può che concludersi al punto di ristoro, dove insieme alla coppia ferrarese si possono gustare i sapori tipici della nostra terra. Non perdetevi questa ghiotta (nel vero senso della parola) occasione per scoprire la provincia di Ferrara.

 

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Vongola di Goro: la perla del Delta del Po

“L’oro di Goro” non è esposto nelle vetrine delle gioiellerie, non è chiuso in casseforti né indossato dalle donne. L’oro di Goro è custodito da due valve, non costa molta e dà il meglio di sé in un semplice piatto di pasta. Stiamo parlando ovviamente della Vongola di Goro, altro delizioso frutto del Parco del Delta, che è in attesa della definizione IGP. Ed è proprio merito della particolarità del territorio se l’allevamento delle vongole ha fatto la fortuna di questo antico borgo di pescatori (anche se sarebbe meglio di parlare di acquacoltori).

Sebbene questa trasformazione da pescatori ad acquacoltori risalga agli anni 80, la Sacca di Goro è l’habitat ideale per l’allevamento di molluschi. “Una lingua di sabbia che diventa subito l’indiscusso palcoscenico di una natura selvaggia e incontaminata, dove piante come tamerici e salicornie incrociano i voli degli uccelli selvatici”, come si legge nel sito del Consorzio di pescatori di Goro. Oltre al fondale sabbioso, quest’area riceve acqua salata dal mare, tramite le maree, ed acqua dolce dal Po di Goro (tramite la chiusa di Gorino), dal Po di Volano e dal Canal Bianco. L’incontro tra le acque salate e quelle dolci crea un ambiente unico in cui allevare i frutti di mare. E tra questi frutti, le vongole rappresentano una specialità che merita di essere annoverate tra le 17 perle gastronomiche del ferrarese e che è in fase di approvazione finale per avere il marchio IGP.

Voi come gustate questa prelibatezza ferrarese? Scrivetecelo nei commenti.

 

Fonte foto: http://www.copego.it

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Ad Argenta per celebrare i Lòm a Mêrz

Febbraio sta per terminare e Marzo, con il suo arrivo, segna l’arrivo imminente della primavera ma anche quell’incertezza delle condizioni meteorologiche, che da sempre caratterizza il mese “pazzerello”. È questo preoccupa soprattutto i contadini, che al tempo legano il frutto delle loro fatiche. Da sempre è così. E da sempre, preghiere, canti e riti propiziatori, accompagnano i momenti salienti della vita contadina per scongiurare la malasorte e assicurarsi un’annata favorevole.

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Dalla cucina del Messisbugo: torta d’erbe alla Ferrarese o alla romagnola

Piglia una brancata di bieta ben lavata, e trita molto bene, e ponila in un vaso con povine quattro fresche e quattro bicchieri di latta, et uova otto e libre dui di formaggio grasso e una libra di butiro fresco et un quarto di peucre pisto, et incorpora bene ogni cosa insieme, e onta la patella con oncie tre di butiro fresco li porrai sopra la prima sfoglia, e poi sopra la compositione sopradetta, e distendila bene sopra la sfoglia poi, haverai libra meza di Formaggio tomino ben grasso fatto in fettine quanto li puo sottili, e li distenderai sopra detta compositione, e li porrai poi sopra l’altra sfoglia facendoli l’ordello intorno, poi li porrai sopra libra meza di butiro fresco disfatto, e la porrai a cuocere, e quando serà quasi cotta li porrai sopra oncie quattro di Zuccaro, poi la finirai di cuocere

Mangiate come piatto unico, servite in ricchi buffet o preparate per pic-nic all’aperto, le torte salate sono una pietanza immancabile in ogni ricettario di famiglia. Spesso basta avere un rotolo di pasta sfoglia pronto in frigo per sfornare tante delizie diverse, con gli ingredienti più disparati. Se invece la vostra ricetta non è frutto dell’improvvisazione allora avete l’imbarazzo della scelta: a partire dalla base. Pasta sfoglia, pasta brisè, ma anche pasta fillo e pasta pane: sono molti gli impasti che si prestano a essere farciti per deliziare i nostri palati. Per togliervi dall’imbarazzo di scegliere cosa preparare, vi proponiamo una ricetta antica eppur attualissima: quella della torte d’erbe alla ferrarese, tratta dal Libro Novo di Cristorforo da Messisbugo.

Partiamo dalla sfoglia o meglio dalla “pasta comune a ogni torta a due sfoglie”, per la quale Messisbugo impastava una libbra e mezzo di farina (circa 450 grammi) con due tuorli d’uovo e due once di burro (60 grammi) e acqua. Per un tocco di colore, all’impasto si aggiunge un pizzico di zafferano. Messisbugo alla ricetta aggiunge anche zucchero (due once) e acqua di rosa, ma noi possiamo anche farne a meno. Una volta lasciata la sfoglia a riposare, passiamo al ripieno. Nella ricetta originale si trita bene un mazzo di biete lessate e si uniscono a quattro ricottine fresche e quattro bicchieri di latte, otto uova e 600 gr di formaggio grasso, 300 gr di burro fuso, sale e pepe. In quei tempi non si prestava molta attenzione al colesterolo evidentemente, ma noi possiamo regolare le quantità di ricotta, di formaggio e di burro a seconda della consistenza dell’impasto. Per lo stesso motivo, se abbiamo la carta forno possiamo evitare di ungere la teglia con il burro. Poniamo la sfoglia nella teglia, riempiamo con il composto di bietola e ricotta, sopra di essa mettiamo delle fettine sottili di formaggio tomino ben grasso e, infine, richiudiamo con un altro strato di sfoglia. Il burro sciolto non manca neppure sull’ultimo strato di sfoglia e, per non farsi mancare nulla, a cottura quasi ultimata Messisbugo ci aggiunge anche dello zucchero. In questo modo, si avrà una lucidatura di caramello e quel gusto dolce e salato insieme tipico della cucina rinascimentale.

Provate a riprodurre la ricetta originale della torta d’erbe alla ferrarese di Cristoforo da Messisbugo e fateci sapere come è andata!