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Vongola di Goro: la perla del Delta del Po

“L’oro di Goro” non è esposto nelle vetrine delle gioiellerie, non è chiuso in casseforti né indossato dalle donne. L’oro di Goro è custodito da due valve, non costa molta e dà il meglio di sé in un semplice piatto di pasta. Stiamo parlando ovviamente della Vongola di Goro, altro delizioso frutto del Parco del Delta, che è in attesa della definizione IGP. Ed è proprio merito della particolarità del territorio se l’allevamento delle vongole ha fatto la fortuna di questo antico borgo di pescatori (anche se sarebbe meglio di parlare di acquacoltori).

Sebbene questa trasformazione da pescatori ad acquacoltori risalga agli anni 80, la Sacca di Goro è l’habitat ideale per l’allevamento di molluschi. “Una lingua di sabbia che diventa subito l’indiscusso palcoscenico di una natura selvaggia e incontaminata, dove piante come tamerici e salicornie incrociano i voli degli uccelli selvatici”, come si legge nel sito del Consorzio di pescatori di Goro. Oltre al fondale sabbioso, quest’area riceve acqua salata dal mare, tramite le maree, ed acqua dolce dal Po di Goro (tramite la chiusa di Gorino), dal Po di Volano e dal Canal Bianco. L’incontro tra le acque salate e quelle dolci crea un ambiente unico in cui allevare i frutti di mare. E tra questi frutti, le vongole rappresentano una specialità che merita di essere annoverate tra le 17 perle gastronomiche del ferrarese e che è in fase di approvazione finale per avere il marchio IGP.

Voi come gustate questa prelibatezza ferrarese? Scrivetecelo nei commenti.

 

Fonte foto: http://www.copego.it

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