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Al contadino non fare sapere quant’è buona la pera ferrarese

Settembre nel territorio ferrarese è un mese ricco di nuovi sapori. Angurie e meloni che hanno addolcito i nostri palati per tutta l’estate lasciano il posto in tavola a un altro dolcissimo frutto. Parliamo, ovviamente, della pera, frutto che in Emilia Romagna ha trovato il terreno ideale per crescere. A conferma di ciò, nel 1998 la pera dell’Emilia Romagna riceve il riconoscimento IGP dall’Unione Europea, un bollino che permette di riconoscerne l’unicità e la qualità.
E in quanto a qualità le nostre pere ne hanno da vendere, qualunque sia la loro varietà, da quelle più dolci e succose (come l’Abate Fètel e la Conference) a quelle più sode e acidule (la Kaiser ad esempio). Sarà perché il suo sapore ci accompagna sin dalla più tenera età, ma la pera è uno dei frutti più consumati in Italia (l’Emilia Romagna contribuisce ampiamente al consumo nazionale).

Ottime da gustare al naturale, le pere sanno stimolare la fantasia in cucina e stupiscono per la loro versatilità. State pensando al famoso detto che unisce cacio e pere, vero? Allora potreste provare i ravioli ripieni con formaggio e pere. Oppure sbizzarritevi con insalate fantasiose e risotti da gourmand. Siete più tradizionalisti? Allora datevi ai dolci: provatele con il cioccolato per una golosa torta o in una fragrante crostata o semplicemente cotte al forno, per riscoprire un sapore che sa di tradizione. E a proposito di tradizione, lo sapevate che nel Settecento la pera caramellata era un dolce da passeggio?
Vi va di condividere con noi le vostre ricette a base di pere?

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