Con il carnevale ci prepariamo al digiuno della Quaresima, periodo in cui secondo la tradizione cristiana, ci si astiene dal consumo di carne. E lo facciamo alla grande. Nonostante l’origine del termine (“carnem levare” ossia eliminare la carne), infatti, il carnevale era un periodo di eccessi, in cui tutti, col viso coperto da maschere, potevano dedicarsi ai festeggiamenti più sfrenati. Oggi questa follia, che in passato era l’unica valvola di sfogo del popolo, si è moderata e di godereccio ed eccessivo rimangono solo gli sfizi che ci concediamo in cucina.
Tutti i dolci per il carnevale, quelli ferraresi ma non solo, hanno in comune un ingrediente: l’olio per friggere. Dai Krapfen altoatesini alle Teste di Turco siciliane, in tutta Italia a carnevale si frigge e si spolvera zucchero a velo come se non ci fosse un domani. A Ferrara non siamo da meno. Ecco quali dolci si preparano per i nostri Carnevali Ferraresi.
L’evergreen delle tavole carnevalesche è cucinato, o meglio fritto, in tutta Italia con nomi diversi: i crostoli a Ferrara e in Veneto; nel sud diventano le chiacchere; le bugie in Liguria e le sfrappole a Bologna. Con qualunque nome le conosciate non c’è carnevale senza costoli.
Dobbiamo ringraziare i biondi ricci di Lucrezia Borgia non solo per le tagliatelle, ma anche per le tagliatelle fritte. Se da sempre la pasta all’uovo è un vanto dell’Emilia Romagna, quando la si frigge il risultato non può che essere una gioia per il palato.
Emiliani per vocazione, anche i tortelli a Carnevale finiscono nell’olio bollente e vengono trasformati in dolci bontà, ripiene di crema, di marmellata o di mostarda a seconda dei gusti.
Come le ciliegie, i lupini sono delizie da mangiare finché nel piatto non resta altro che l’ombra dello zucchero a velo. Uno tira l’altro. Un po’ come tutti i dolci che caratterizzano questo fantastico periodo dell’anno, in cui ogni dieta è bandita.
Voi quale preferite?
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