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Dicembre era il mese dei sabadoni

“Dicembre era il mese dei sabadoni…” ci scrive Cinzia Gaiani, mentre ricorda i suoi #NataliFerraresi sulla nostra pagina Facebook. E solo a leggerlo, la mente richiama la frolla croccante e quel sapore quasi caramellato di questo biscotto tipico della tradizione ferrarese, diffuso in tutta l’Emilia e la Romagna. Basta guardarne la forma, simile a quella dei ravioli, per capire che la ricetta dei sabadoni è nata dalle sapienti mani che tiravano la sfoglia.

Ci sono famiglie che riservano questo dolce alle feste natalizie, altre che lo annoverano tra i dolci carnevaleschi e altre ancora che non resistono a questa delizia e lo cucinano durante tutto l’anno. E come non c’è un periodo privilegiato, non esiste neppure una ricetta univoca. Ogni famiglia conserva la sua e di anno in anno, di mamma in figlia, i sabadoni vengono cucinati secondo quella ricetta per far sì che non vada perduta…

Cambia il ripieno, a seconda dei gusti, delle stagioni e della disponibilità. Castagne, fagioli, uvetta, pinoli e fichi (secondo la ricetta che la famiglia di Gaia continua a seguire) oppure marmellata di mele cotogne o ancora polpa di zucca. Cambia anche la cottura, tra gli estimatori del fritto e chi predilige versioni più light. Quello che però accomuna tutte le varianti è la saba. Un tempo fatta a mano, facendo bollire il mosto d’uva per ore e ore fino a farlo diventare uno sciroppo, denso e aromatico, oggi si compra quella prodotta dalle aziende vinicole, ad ogni modo la saba è immancabile, visto che proprio da questo ingrediente deriva il nome stesso della ricetta!

Fonte immagine: [prolocoemiliaromanga]

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